La carotatura è un ottimo sistema di coltivazione per cercare di rimediare a problemi di drenaggio e superfici troppo compattate. Un intenso calpestio e il transito di veicoli da lavoro possono portare a spiacevoli ristagni con un forte impatto negativo sulle coltivazioni. Vediamo come alcune tecniche possono esserci d’aiuto per risolvere questi problemi.
La carotatura è una tecnica di manutenzione del terreno in grado di migliorare il drenaggio e permettere un’ossigenazione delle radici delle piante messe a dimora. Nello specifico, si tratta della creazione di fori nel substrato di coltura che portano alla rimozione di parte del terreno. L’area rimossa è quella che permette un flusso di acqua e aria alle radici dei vegetali. La presenza di questi buchi permette inoltre di irrorare con maggiore efficacia la zona ipogea con fertilizzanti e ammendanti. Lo sviluppo radicale che si ottiene grazie all’utilizzo di tecniche di carotaggio ha uno sviluppo in ampiezza e profondità superiore al normale.
Le carote prodotte dalla rimozione di terreno possono essere riutilizzate, previa la loro asciugatura e lavorazione, come ulteriore substrato per le colture. La carotatura avviene solitamente grazie all’utilizzo di fustelle di dimensioni ridotte (dai 6 ai 18mm) che penetrano nel terreno per un massimo di 15 cm. Il posizionamento e il numero di fustelle inficiano sui risultati che riscontreremo durante il ciclo naturale di crescita delle coltivazioni. Idealmente bisognerebbe realizzare circa 150 fori/mq per riscontare un’efficacia di almeno il 10%.
È importante dove possibile la ridistribuzione dei materiali rimossi tramite carotatura poiché permette un mescolamento del substrato con terreno ricco di parti organiche e conseguente attività microbica in grado di creare nutrimento per le coltivazioni.
È bene utilizzare la carotatura per pianificare gli interventi di utilizzo di fertilizzante sul terreno, in base a necessità.
Se il substrato lo consente, per operare un risparmio sui costi, le porzioni di terreno rimosse (carote), come già detto, possono rimanere sulla superficie, lasciandole asciugare e quindi distribuendole sminuzzate ed arieggiate mediante l’impiego di reti a maglie snodabili leggere e non distruttive nei confronti dell’erba. Questo processo attua un mescolamento del terreno con parti organiche ricche di attività microbica in modo che i microrganismi possano iniziare a decomporre il feltro e le parti organiche in eccesso.
L’operazione di carotatura – in questo caso – diventa un buono e preciso momento per applicare fertilizzanti secondo le più svariate necessità.
È possibile eseguire un intervento che prevede chiodi pieni invece che le classiche fustelle ma attenzione! Si tratta di una tecnica in grado di preservare maggiormente il terreno ma dalla minore efficacia sull’apparato radicale del seminato. Importante sottolineare come questa specifica operazione di chiodatura debba essere valutata in base alle condizioni del terreno. Essa può essere infatti controproducente in alcuni casi e portare a un ulteriore compattazione del terreno.
Se desideri saperne di più sulla carotatura e ti interessa un intervento professionale, contattaci! Saremo in grado di trovare insieme la soluzione migliore per il tuo terreno!